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A sinistra il Word 3 apparentemente funzionante sul Mac II. A destra... pura megalomania.
altro che prelevare col mouse l'oggetto sorgente e trascinarlo fino a destinazione: altri dischi, altre cartelle, ecc.
   Tutte le funzioni non disponibili direttamente sul tavolo di lavoro le troviamo nei menu a discesa, quinto componente di W.I.M.P. Portando la freccina sulla barra superiore e premendo il pulsante del mouse vedremo comparire dei menu contenenti ulteriori funzioni. Il primo di questi menu, contrassegnato dal simbolo della mela Apple contiene gli «accessori» disponibili anche dopo aver lanciato un applicativo. Questi accessori sono di solito l'orologio, la calcolatrice, il pannello di controllo (per controllare alcuni parametri del sistema) e possono essere aggiunti o tolti con un'apposita utility di sistema.

Clipboard
Lo strumento più interessante dei sistemi Macintosh (vecchi e nuovi... tra l'altro non ancora copiato da nessuno) è il clipboard tramite il quale possiamo fare le ben note operazioni di taglia e incolla. La particolarità sta nel fatto che tale operazione è possibile anche tra programmi diversi e di natura diversa. Ad esempio possiamo caricare un programma per disegnare (col mouse tutto diventa facile) eseguire un disegno, metterlo nel clipboard e tornare al Finder. Già da questo possiamo richiamare l'oggetto da menu, anche se cosi com'è non è utilizzabile. Caricata un'altra applicazione, ad esempio un word processor, possiamo inserire il nostro disegno in qualsiasi punto del testo. Semplicemente fantastico.
   È ovviamente possibile anche il contrario (un lungo testo tra i disegni) così come effettuare scambi tra qualsiasi coppia di programmi che ne prevedano l'utilizzo.
Open!
Tutti aspettavamo l'OpenMac, il
Mac «aperto», proprio per l'eccessiva chiusura del suo nobile predecessore. Come visto, all'interno del cabinet della nuova macchina, trovano posto sei slot per schede di espansione. Ricordiamo che buona parte del successo riscosso dal glorioso Apple II fu dovuto proprio all'architettura completamente aperta di quella macchina. E questo la Apple l'ha sempre saputo. Diciamo semplicemente che ha tutte le buone ragioni per riprovarci, col Mac II, e perché no, di riscuotere analogo successo. Mondo MS-Dos permettendo o non permettendo.
   Al momento attuale (la macchina è appena uscita), abbiamo notizia dagli States di nuove schede video per pilotare monitor da un milione di pixel e più. Inoltre, inserendo negli slot più d'una di queste schede, potremo collegare direttamente altrettanti monitor in grado di visualizzare contemporaneamente cose diverse: tanto per fare un esempio, potremmo pensare ad un CAD tridimensionale che visualizza su monitor diversi varie prospettive di uno stesso oggetto in via di progettazione.
   Un'altra interessantissima scheda, non di produzione Apple, sarà quella per la compatibilita MS-Dos: si parla di 80286, un mega di Ram, emulazione software sia della CGA che dell'Hercules. L'utente vedrà i programmi MS-Dos attraverso una finestra del Mac e potrà effettuare operazioni di taglia e incolla anche dai programmi «ospiti». Oltre a tutto questo, potremo formattare l'HD nei due formati, IBM e Macintosh, in modo da non costringere l'acquisto di due unità di questo tipo. Per chi si accontenta invece solo di leggere file MS-Dos sarà presto disponibile un programma e un drive da
5.25 collegabile per mezzo di una scheda al Mac II.

Conclusioni
Come consueto, l'ultima parola
spetta, di diritto, al vil-denaro-test. Considerate comunque che nel prezzo di un Mac II è compresa l'assistenza «on site» per un anno.
   Detto questo, proviamo a fare due calcoli. La macchina in versione base (niente hard disk) costa poco più di sette milioni. Per usarlo dobbiamo aggiungere la scheda video e il .monitor bianco/nero. Fa circa otto milioni e mezzo, non poco obiettivamente. Anche se non dobbiamo dimenticare che avremo un personal veloce quanto un mini (molti minicomputer in commercio utilizzano la stessa CPU ad un pari numero di MHz).
   Proviamo a fare un altro calcolo: Mac II a colori, con HD da 40 mega, scheda video 256 colori, due floppy. Totale circa tredici milioni... e li vale tutti.
   Ovviamente si tratta di una macchina non da hobbysta, ma per professionisti con particolari esigenze. Esigenze non soddisfacibili con un Mac normale, altrimenti conviene risparmiare qualche milione...
   Chi è interessato alla grafica a colori, chi guarda la macchina anche nell'ottica di passare presto ad Unix, chi necessita di altissime velocità di calcolo in Floating point, o fa Desk Top Publishing e necessita di uno schermo adatto a questo... ha trovato la macchina che fa per lui.
   A meno che non voglia spendere molto, ma molto di più.
   In questo caso... Sun, Xerox, Apollo, lisp Machine varie esistono già da un pezzo.

Estratto da MCMicrocomputer n° 65, edizioni Technimedia, Roma
Autorizzazione alla pubblicazione concessa.